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VERSO 45

yadi mām apratīkāram
aśastraṁ śastra-pāṇayaḥ
dhārtarāṣṭrā raṇe hanyus
tan me kṣema-taraṁ bhavet

yadi: anche se; mām: me; apratīkāram: senza resistenza; aśastram: senza armi adeguate; śastra-pāṇayaḥ: quelli con le armi in pugno; dhārtarāṣṭrāḥ: i figli di Dhṛtarāṣṭra; raṇe: sul campo di battaglia; hanyuḥ: uccidono; tat: quello; me: per me; kṣema-taram: meglio; bhavet: sarebbe.

Meglio sarebbe se, inerme e senza opporre resistenza, fossi ucciso sul campo di battaglia dalla mano armata dei figli di Dhṛtarāṣṭra.

Il codice militare dello kṣatriya ingiunge di non attaccare un nemico disarmato o che rifiuta la lotta. Senza tener conto dell’immenso desiderio di scontrarsi che anima il nemico, Arjuna decide di non combattere anche qualora venisse attaccato. Il suo comportamento nasce da una grande dolcezza di cuore, sintomo della sua ardente devozione per il Signore.

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