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VERSO 24

utsīdeyur ime lokā
na kuryāṁ karma ced aham
saṅkarasya ca kartā syām
upahanyām imāḥ prajāḥ

utsīdeyuḥ: cadrebbero in rovina; ime: tutti questi; lokāḥ: mondi; na: non; kuryām: compissi; karma: i doveri prescritti; cet: se; aham: Io; saṅkarasya: di una popolazione indesiderata; ca: e; kartā: il creatore; syām: sarei; upahanyām: distruggerei; imāḥ: tutti questi; prajāḥ: esseri.

Se venissi meno ai Miei doveri, i mondi cadrebbero in rovina. Sarei la causa di una popolazione indesiderata e finirei col distruggere la pace di tutti gli esseri.

Si chiama varṇa-saṅkara una popolazione indesiderata che turba   la pace della società. Per evitare lo squilibrio sociale occorre seguire alcuni princìpi e rispettare certe regole che permettono di vivere in pace e facilitare l’evoluzione spirituale degli individui. Quando il Signore scende nell’universo materiale Si conforma a questi princìpi per mantenerne il prestigio e mostrarne l’importanza. Egli è il padre di tutti gli esseri e se questi si smarriscono, è Lui, indirettamente, il responsabile. Per questo motivo, ogni volta che l’umanità trascura i princìpi regolatori, il Signore scende in persona per riportarla sulla giusta via.
Dobbiamo tuttavia ricordare che se il nostro dovere è seguire sempre le orme      del Signore, non possiamo in alcun caso imitarLo. Seguire e imitare sono due cose ben diverse. Non possiamo emulare il Signore cercando di sollevare la collina Govardhana come Egli fece nella Sua infanzia; nessuno potrebbe farlo. Dobbiamo seguire le Sue istruzioni e mai imitarLo. Lo Śrīmad-Bhāgavatam (10.33.30-31) lo conferma:

naitat samācarej jātu
manasāpi hy anīśvaraḥ
vinaśyaty ācaran mauḍhyād
yathārudro ’bdhi-jaṁ viṣam

īśvarāṇāṁ vacaḥ satyaṁ
tathaivācaritaṁ kvacit
teṣāṁ yat sva-vaco-yuktaṁ
buddhimāṁs tat samācaret

“Bisogna semplicemente seguire le istruzioni del Signore e dei Suoi servitori da Lui potenziati. I loro insegnamenti sono per noi il più grande beneficio, e la persona intelligente li applicherà alla lettera. Guardiamoci tuttavia dal voler emulare le loro gesta! Non cerchiamo di bere un oceano di veleno per imitare Śiva!”

Dobbiamo sempre considerare nostri superiori gli īśvara,  quelle  personalità che hanno il potere di controllare i movimenti del sole, della luna e degli altri pianeti. Per chi è privo di tali poteri è inutile cercare d’imitarli. Śiva bevve un intero oceano di veleno, ma l’uomo comune che tentasse di berne anche una sola goccia rimarrebbe folgorato. Numerosi sono i presunti fedeli di Śiva che si permettono di fumare marijuana (gañjā) e altre droghe, ma dimenticano che cercando d’imitare Śiva vanno incontro a una rovina certa. Analogamente, alcuni cosiddetti devoti di Kṛṣṇa vogliono imitare il Signore nella Sua rāsa-līlā, la danza amorosa con le gopī, dimenticando che sono incapaci di sollevare la collina Govardhana. È meglio seguire le istruzioni di coloro che sono dotati di una potenza fuori dal comune, piuttosto che cercare d’imitarli o di sostituirsi a loro senza averne le qualifiche. Si vedono fin troppe sedicenti incarnazioni di Dio che non possiedono affatto la Sua onnipotenza!

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