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VERSO 12

yuktaḥ karma-phalaṁ tyaktvā
śāntim āpnoti naiṣṭhikīm
ayuktaḥ kāma-kāreṇa
phale sakto nibadhyate

yuktaḥ: chi è impegnato nel servizio devozionale; karma-phalam: i risultati di ogni attività; tyaktvā: abbandonando; śāntim: la pace perfetta; āpnoti: raggiunge; naiṣṭhikīm: senza cedimenti; ayuktaḥ: chi non è cosciente di Kṛṣṇa; kāma- kāreṇa: per godere dei frutti del suo lavoro; phale: al risultato; saktaḥ: attaccato; nibadhyate: s’impiglia.

L’anima fissa nella devozione raggiunge una pace perfetta perché Mi offre i risultati di tutte le sue attività, mentre una persona che non è unita al Divino ed è avida dei frutti del suo lavoro resta incatenata.

La differenza tra una persona cosciente di Kṛṣṇa e una persona con una coscienza materiale è che la prima è attaccata a Kṛṣṇa, mentre la seconda è attaccata ai risultati delle sue attività. La persona devota a Kṛṣṇa, che agisce soltanto per soddisfarLo, è certamente liberata e non è in ansia per i risultati delle sue azioni. Lo Śrīmad-Bhāgavatam spiega che quest’ansia è dovuta al fatto di agire sotto l’influsso della dualità, nella completa ignoranza della Verità Assoluta, Kṛṣṇa, Dio, la Persona Suprema.
La dualità non trova posto nella coscienza di Kṛṣṇa, perché tutto ciò che esiste è un prodotto dell’energia di Kṛṣṇa, e Kṛṣṇa è bontà infinita. Ogni azione collegata a Kṛṣṇa è assoluta, puramente spirituale e non comporta alcuna conseguenza materiale. Il devoto gode dunque di una serenità perfetta, contrariamente a chi cerca in tutti i modi il piacere dei sensi.
Comprendere che non esiste niente al di fuori di Kṛṣṇa ci libera dalla paura e ci dà la pace. Questo è il segreto della coscienza di Kṛṣṇa.

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